Ai primi di dicembre del 1954,
all’età di 92 anni si spegneva a Seui Efisio Luigi Cannas, grande invalido di
guerra e Medaglia d’Argento al Valor Militare. Era l’ultimo tra i reduci
dell’eccidio di Dogali del 1887. T triste ricordo di una sanguinosa guerra
coloniale italiana.
Nato a Seui nel 1863. A 24 anni veniva richiamato alle
armi e inquadrato nel 15° reggimento fanteria, con destinazione l’Africa
Orientale, dove sbarcò nel porto di Massaua alla fine del gennaio 1887.
All’alba del 26 gennaio Efisio
Luigi, aggregato ad una colonna di circa 548 uomini guidata dal tenente
colonnello De Cristoforis, lasciava il Forte di Moncullo per raggiungere il
presidio militare italiano di Saati, distante circa venti chilometri. Scopo della missione era di
portare rifornimenti all'installazione assediata.
Giunti in località Dogali la colonna veniva attaccata da oltre diecimila guerrieri abissini, guidati da Ras Alula. Gli italiani ben presto furono massacrati. Sui feriti ed i morti si accanì la furia dei predoni e delle donne dei vincitori che, senza alcuna pietà, spogliarono e mutilarono numerosi caduti. I superstiti furono solamente 87.
Giunti in località Dogali la colonna veniva attaccata da oltre diecimila guerrieri abissini, guidati da Ras Alula. Gli italiani ben presto furono massacrati. Sui feriti ed i morti si accanì la furia dei predoni e delle donne dei vincitori che, senza alcuna pietà, spogliarono e mutilarono numerosi caduti. I superstiti furono solamente 87.
La stessa sorte accadde al
Cannas, che agonizzante rimaneva sul terreno, tra i morti,
fino all’alba del 28, quando venne ritrovato per caso da truppe di colore
italiane, incaricate del recupero dei cadaveri.
Dopo un primo ricovero
all’ospedale di Massaua, tornò in patria a bordo della nave “San Gottardo”.
Rientrato al paese natio, dopo un
periodo di convalescenza nell’Ospedale militare di Napoli, riprese il suo
lavoro di commerciante di pelli, carni e bestiame. Beneamato dall’intera
comunità seuese per la sua generosità e devozione, si distinse per impegno
anche nella nascita nel 1920 della Sagra del Carmelo, che ancor oggi, a luglio,
si celebra, tra le querce centenarie di Arquerì.
Non una targa, non una via, a
tutt’oggi risulta ancora dedicata a Seui a questo giovane figlio, mandato a
combattere in terra straniera un’assurda guerra di conquista.
(Giuseppe Deplano – copyright © 2011, riproduzione riservata)
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